lunedì 21 gennaio 2019

GLI UMMITI
Le navi spaziali
NOTE PRELIMINARI:

Nelle intenzioni dell’autore questo documento vuole essere una guida per aiutare a comprendere gli aspetti principali della ipotetica civiltà ummita, guida che si rende necessaria a causa della intrinseca difficoltà di lettura delle lettere ummite, che sono le principali testimonianze della ipotetica presenza di tale altrettanto ipotetica civilità sul nostro pianeta.
Oltre a quelle da me tradotte e pubblicate nel mio sito paolog.webs.com, le lettere a cui faccio riferimento si trovano nel sito www.ummo-sciences.org, in francese, e ne sito www.ummo-ciencias.org, in spagnolo, che sono i miei siti di riferimento per tutto quanto attiene alla questione ummita Il contenuto di questo documento deriva direttamente da quanto citato in tali lettere; ogni eventuale supposizione, deduzione o simile è esplicitamente indicata.
Specificamente, il contenuto di questo articolo deriva quasi esclusivamente dalla lettera catalogata nei siti citati come D69.

Nel documento mi esprimo all'indicativo presente come normalmente si usa per gli argomenti la cui veracità non è in discussione; questo NON perchè sostengo la reale esistenza di questo ipotetico popolo, ma solo per semplicità espositiva.




1) Caratteristiche generali

Quasi tutte le informazioni di cui si dispone a proposito delle navi spaziali ummite sono contenute nella lettera D69, la quale ne fornisce una descrizione piuttosto completa; nelle restanti lettere se ne trova solo qualche rarissimo e limitato accenno.
Questo modello di astronave è l’unico di cui viene fatta menzione in tutte le lettere ummite.

Occorre menzionare fin da subito il fatto che nella citata lettera D69 sono stati volutamente omessi tutti i dettagli relativi ai sistemi di bordo più importanti, cioè il sistema di generazione dell'energia, il propulsore e l'apparato per il "cambio dimensionale" (si veda oltre).
Questo allo scopo dichiarato di evitare da un lato l'apporto d'informazioni suscettibili di essere utilizzate per scopi immorali (cioè militari) e dall'altro d’introdurre elementi che possano perturbare il normale processo evolutivo della società terrestre.

Le navi spaziali utilizzate dagli Ummiti, a cui danno il nome di OAWOOLEA UEWA OEMM (di solito abbreviato in UEWA), hanno la forma di due scodelle di cui una rivoltata sopra all'altra, con una cupoletta nella parte superiore.
Le dimensioni esterne di queste navi sono:
- diametro 13,2 metri
- altezza 3,25 metri

Le navi sono dotate di tre piedi sostentatori estensibili e presentano una superficie esterna liscia senza alcun finestrino, oblò, antenna o appendice di qualsiasi tipo.
Di giorno presentano un colore grigio piuttosto scuro dovuto al rivestimento esterno di natura ceramica, mentre la notte possono presentare un colore sul giallo-arancione, o possono anche essere totalmente invisibili, qualora la "illuminazione" esterna venga spenta (si veda oltre).

Le navi sono progettate per i viaggi di trasferimento su scala interstellare come per la navigazione entro atmosfere planetarie; anche se non esplicitamente menzionato nella lettera D69, alcuni elementi in essa contenuti rendono lecito affermare che siano in grado di spostarsi anche sott'acqua.

I sistemi fondamentali delle astronavi ummite sono:
- il generatore di energia, sito nella cupoletta superiore
- l'apparato per il cambio dimensionale (vedi oltre), sito anch’esso nella cupoletta superiore
- il propulsore, sito nell'aletta che circonda il piano equatoriale della struttura.

Come già detto, gli autori della lettera hanno attentamente evitato di fornire qualsiasi dettaglio tecnico suscettibile di utilizzazione pratica a proposito di questi sistemi fondamentali; le uniche informazioni che vengono date sono le seguenti, relative al generatore d’energia: “Trasforma la massa di Litio e Bismuto in energia, previa trasformazione in plasma”, e che “il suo elemento più caratteristico è costituito da una maglia di gas fortemente ionizzato la cui reticolazione è controllata da un complesso campo magnetico di frequenza molto elevata. La temperatura del gas ionizzato quando è in risonanza con la frequenza del campo magnetico raggiunge i 700.000 gradi Kelvin”.
In un’altra lettera (la D1368) viene menzionato il fatto che il principale sistema di generazione dell’energia a cui gli Ummiti fanno ricorso funziona facendo reagire materia ed antimateria in un ambiente a gravità controllata; sembrerebbe pertanto lecito dedurne che questa possa essere la base tecnologica impiegata anche per il generatore di bordo.


2) Come avvengono i viaggi su scala interstellare

Per spiegare come avvengono i viaggi interstellari occorre preventivamente descrivere alcuni specifici elementi base della fisica ummita.

Prima di tutto occorre menzionare che secondo gli Ummiti il Cosmo nel suo insieme è costituito da infiniti universi (il c.d. multiuniverso), creati a coppia; ogni coppia è composta da un universo come il nostro dove la materia è preponderante e dal relativo “universo gemello” dove è invece l’antimateria ad essere preponderante. Anche se queste coppie di universi non hanno alcun modo di entrare in contatto, si influenzano comunque reciprocamente, non essendo speculari.
Poi occorre menzionare il fatto che, sempre secondo la fisica ummita, il nostro universo è costituito da (almeno) dieci dimensioni.

Il punto interessante è che una di queste dimensioni presenta delle particolarità che la rendono molto appetibile per i viaggi interstellari.

In una di queste dimensioni infatti, secondo gli Ummiti, l’influenza del nostro universo gemello si fa sentire in modo molto più marcato che non nella dimensione ordinaria in cui viviamo; il suo effetto è quello di far variare le distanze fra i corpi celesti.
Tali variazioni avvengono in modo ricorrente ma non prevedibile, e possono andare nel senso dell’aumento delle distanze come della loro riduzione; quelle che interessano ai fini dei viaggi spaziali sono naturalmente le variazioni che producono la
riduzione delle distanze.

Un altro aspetto che torna particolarmente comodo per i viaggi interstellari è che in questa diversa dimensione la velocità che si raggiunge a parità di consumo energetico è intrinsecamente maggiore. Gli Ummiti affermano di essere riusciti a conseguire il passaggio, rigorosamente controllato, dalla nostra normale dimensione a quell’altra che dicevamo sopra con idonei sistemi tecnologici (stranamente, almeno a mio modo di vedere, sembra che a questa diversa dimensione non sia stato attribuito alcun nome).

La parte maggiore dei viaggi interstellari effettuati dagli Ummiti avviene quindi in questa diversa dimensione, con qualche ritorno di tanto in tanto nella dimensione ordinaria per valutare il punto nave man mano che il viaggio procede. Questi i vantaggi che, secondo gli Ummiti, il cambio dimensionale offre a chi è in grado di conseguirlo.

Ma c’è anche un aspetto non sempre positivo con cui bisogna fare i conti: per poter effettuare viaggi interstellari gli Ummiti devono rassegnarsi ad attendere che si verifichino le condizioni (che chiamano "isodinamiche") idonee, ovvero quelle che comportano una riduzione delle distanze tali da consentire viaggi della durata umanamente sopportabile, cioè quattro-cinque mesi al massimo, cosa che come abbiamo visto si verifica in modo ricorrente ma aperiodico, cioè senza una ciclicità prevedibile.


3) L'interno delle astronavi ummite

L'equipaggio, che di norma è composto da due piloti più un massimo di quattro passeggeri, non è alloggiato direttamente all'interno della struttura principale della nave, ma entro una struttura a forma di ciambella cava che si trova a sua volta inserita all'interno d'una grande cavità nel corpo principale della nave.

Nelle fasi di volo "tranquille" tale cabina a ciambella è meccanicamente solidale, cioè "fa corpo unico", con la struttura principale della nave mentre nelle fasi più turbolente dove la nave deve sopportare forti accelerazioni o decelerazioni, brusche variazioni di rotta eccetera, la cabina dell'equipaggio è libera di fluttuare all'interno della grande cavità centrale entro un forte campo magnetico che funge da ammortizzatore.

In queste fasi di volo un altro sistema consente, mediante il riempimento della cabina con una sostanza gelatinosa, di proteggere in sinergia con il sistema magnetico di cui sopra i corpi dei viaggiatori e le apparecchiature mobili trasportate contro gli effetti delle eccessive accelerazioni.

In tutte le fasi di volo comunque l'equipaggio gode di una gravità artificiale prodotta dalla rotazione controllata della cabina a forma di ciambella.


4) La navigazione interstellare

Gli Ummiti affermano nella lettera D69 che nel corso della navigazione interstellare le astronavi stabiliscono il "punto nave" e calcolano la rotta utilizzando il loro sistema di coordinate galattiche polari, impiegando come riferimento quattro fonti radianti galattiche, di posizione ben nota e accuratamente scelte per i loro parametri di stabilità.

Tali calcoli avvengono facendo uso di formule trigonometriche che valutano gli angoli sottesi dalla visuale che collega la nave a ciascun punto di riferimento galattico.

Questo nella "nostra" dimensione, mentre nella "altra" dimensione di cui si diceva, vengono utilizzati riferimenti provvisori diversi dai precedenti, i quali naturalmente non hanno più significato fisico in quel diverso ambiente.

Non è dato sapere quale sia l'ordine di grandezza della velocità che la nave può raggiungere nello spazio aperto.


5) La navigazione entro atmosfere planetarie

Gli Ummiti affermano che una velocità standard per spostamenti entro atmosfere come quelle del loro pianeta, quindi anche come la nostra, è di circa Mach 12, ovvero dodici volte la velocità del suono. Ad una tale velocità l'enorme attrito atmosferico può provocare un disastroso innalzamento della temperatura superficiale.

Gli Ummiti affermano di avere risolto il problema in due modi principali: il primo fa ricorso a un sistema di controllo dello strato gassoso esterno mediante "trasferimento di energia a distanza" che "scansa", per così dire, le molecole di gas prima che arrivino ad entrare in contatto con il corpo della nave; il secondo è una rete vascolare che ricopre la superficie esterna nella quale può essere fatto circolare litio fuso o altri elementi chimici, facendolo affluire nelle zone della superficie che ne hanno più bisogno e ottenendo così un effetto di raffreddamento per evaporazione in grado di dissipare il calore che nonostante tutto in certi casi può svilupparsi.


6) I principali sistemi di bordo

Oltre ai tre sistemi fondamentali menzionati sopra, le navi ummite sono dotate di un gran numero di sistemi tecnici, di cui i principali sono:

- sistema di compensazione magnetica
- sistema di travasamento della sostanza gelatinosa
- apparati di ricezione e trasmissione
- estensori dei piedi di supporto
- sistema di controllo dell’ambiente psicobiologico
- sistema di controllo del fluido viscoso esterno

Tutti questi sistemi sono di tipo (che noi chiameremmo) informatico e operano nell'ambito di quella che noi oggi chiamiamo Rete Locale (o LAN), con un elaboratore centrale, che gli ummiti chiamano XANMOO, a coordinare l'intera rete e un gran numero di elaboratori secondari specializzati per le funzioni più svariate distribuiti un po’ dappertutto nel corpo della nave.
(Nota: Per una descrizione generale del funzionamento degli elaboratori automatici ummiti si veda l'articolo monotematico sulla tecnologia ummita).

Le connessioni di questa LAN di bordo funzionano facendo uso di almeno due, e in certi casi tre differenti canali trasmissivi che trasmettono contemporaneamente gli stessi dati; in tal modo è ridotta al minimo la possibilità di ricevere dati errati o che il collegamento possa interrompersi.
Il primo e più antico sistema fa uso di quelle che noi oggi chiamiamo fibre ottiche; tale sistema viene usato raramente sulle navi spaziali in quanto le esigenze di estrema miniaturizzazione dei sistemi di bordo ne impediscono o rendono molto difficoltoso l’impiego.
Il secondo sistema, di più recente introduzione, fa uso di onde gravitazionali; presenta il vantaggio principale di non essere facilmente disturbato da altre emissioni e lo svantaggio di comportare un dispendio energetico molto elevato.
Il terzo sistema, che è il più moderno, fa uso di un effetto fisico sconosciuto sulla Terra che gli Ummiti chiamano “risonanza nucleica”; anche questo sistema presenta il vantaggio di non essere facilmente disturbato da altre fonti radianti e per di più di consentire la trasmissione istantanea dei dati, ma può essere usato solo su distanze molto limitate.

Normalmente i membri dell'equipaggio non possono alterare le decisioni prese dagli apparati di bordo; solo in casi estremi è concesso loro di modificare le scelte che sono state prese dai calcolatori, e in certe occasioni (come nel caso in cui certe scelte forzate dall'equipaggio comportino pericoli che la mente dell'uomo non arriva a prevedere) i calcolatori hanno comunque l'ultima parola.


7) La vita di bordo dell’equipaggio

Abbiamo già visto che l’equipaggio è ospitato nelle grande cabina cava che può fluttuare ruotando entro la cavità della struttura principale della nave.
In condizioni di volo non perturbato, i membri dell’equipaggio sono liberi di muoversi entro l’ampio corridoio circolare della cabina mantenendo una posizione parallela all’asse orizzontale della nave, per effetto della gravità artificiale prodotta dalla rotazione; gli spiacevoli effetti dovuti alla rotazione sono risolti grazie all’inserimento di due piccoli dispositivi a forma di ago nella zona dell’orecchio interno, cosa che si effettua mediante una semplice operazione chirurgica.

L’alimentazione avviene mediante introduzione per bocca di alimenti in forma di pasta alimentare, mentre i liquidi vengono assunti mediante capsule dalla superficie insapore che si scioglie al contatto con la saliva.

Gli scarti organici vengono trattati in due modi diversi; da quelli liquidi viene estratta e purificata l’acqua, che va poi a reintegrare le scorte di bordo, mentre quelli solidi vengono prima sottoposti ad analisi quindi disidratati e trasmutati in ossigeno o altro elemento gassoso da un apposito dispositivo inserito nell’intestino retto (dispositivo che viene applicato a tutti gli Ummiti a partire dalla più tenera età, non solo ai viaggiatori).

I membri dell’equipaggio hanno a disposizione diversi tipi di scafandri da usare nelle varie fasi del volo. Dei vari tipi, uno viene usato per le fasi di forte accelerazione, quando la cabina viene riempita da un composto che assume una consistenza gelatinosa e che svolge la funzione di protezione ammortizzante per i corpi dei viaggiatori mentre un altro, più leggero, viene usato per le fasi di volo più tranquille.
Questi scafandri, di un’estrema complessità tecnologica, presentano la particolarità di non entrare mai a contatto con l’epidermide di chi li indossa.

Gli scafandri sono dotati di dispositivi che mantengono un rigoroso controllo dei parametri biologici quali temperatura, pressione, concentrazione dei gas, umidità, sulla base dei dati inviati dalla moltitudine di sensori in essi incorporata. Un elemento caratteristico di questi scafandri è il visore in essi integrato, in grado di visualizzare immagini in 3D, naturalmente a colori, con circa 1,6 miliardi di pixel.

Un altro elemento per noi singolare, ma che per gli Ummiti è molto importante per via della loro elevatissima sensibilità olfattiva, è la possibilità di percepire, grazie ad un sistema del quale gli scafandri sono dotati, anche odori, che naturalmente sono sincronizzati con le immagini e i suoni che vengono riprodotti dai sistemi audio-video, anzi sarebbe meglio chiamarli “audio-video-olfattivi”, dello scafandro.

Gli scafandri sono anche dotati di sistemi di “force feedback”, cioè che simulano l’azione fisica delle mani su oggetti virtuali e riproducono le relative sensazioni tattili.

Dei molteplici parametri che vengono monitorati e dei relativi apparati tecnologici, un aspetto per noi sicuramente singolare è rappresentato dal cosiddetto “controllo dell’ambiente psichico” che consente di monitorare lo stato psichico del viaggiatore grazie al rilevamento a distanza di numerosi parametri attinenti alle funzioni neurocorticali (cioè dell’attività prodotta dalla corteccia cerebrale, la parte del cervello che è sede delle funzioni psichiche più elevate).

Sempre nell’ambito del controllo psichico, diversi sono i sistemi che sono previsti per consentire ai membri dell’equipaggio di impiegare il tempo libero; i viaggiatori hanno la possibilità di dedicarsi a cose utili come ad esempio la formazione continua leggendo testi di studio, e naturalmente anche di dedicarsi ad attività puramente ricreative come per esempio ammirare paesaggi di Ummo, completi come abbiamo visto sopra, con le relative sensazioni aromatiche.


8) Il rivestimento esterno

Il rivestimento che ricopre l’esterno delle navi spaziali ummite merita una menzione a parte per via della sua complessità.
Questa copertura strutturale, che gli Ummiti chiamano XOODI NAA, è composta da diversi strati di un materiale ceramico finissimamente perforato.

La prima cosa da menzionare è che nello spessore di questo rivestimento sono integrati un numero incredibilmente elevato di componenti funzionali; le principali tipologie di questi componenti sono:

- sensori capaci di ricevere, captare e misurare un estesissimo spettro di grandezze fisiche;
- organi trasmittenti in grado di emettere su un vasto spettro di frequenze radioelettriche e gravitazionali;
- reti per la distribuzione di materiale a basso punto di fusione per la protezione contro il surriscaldamento da attrito atmosferico;
- sistema di protezione contro l’attrito causato dalla polvere cosmica;
- sistema di controllo del contorno fluido esterno (gassoso o liquido che sia);
- sistema dinamico di variazione del coefficiente d’elasticità del rivestimento;
- sistema per la riparazione di fessurazioni della struttura;
- sistema per la riparazione e/o sostituzione automatica dei componenti che costituiscono i molteplici organi di cui sopra;
- canali trasmissivi per l’invio delle informazioni prodotte dai sensori di cui sopra e per la ricezione di comandi per gli apparati di cui sopra;
- vari elaboratori locali specializzati (sorta di “controller” per i numerosi sistemi integrati nella copertura strutturale).

Oltre a questi, vi sono anche componenti di vari altri sistemi la cui descrizione è stata volutamente evitata per i motivi menzionati al punto 1.

Questo elevatissimo numero di organi alloggiati entro un volume limitato (anche se non viene mai chiaramente specificato, sembrerebbe tuttavia logico stimare lo spessore di questa copertura in una decina di centimetri) è reso possibile dalla estrema miniaturizzazione che la tecnologia ummita è in grado di conseguire.

Nella lettera D69 viene affermato a pagina 28 che:
“In un decimetro cubo possono venire a trovarsi fra i 400 e 23.000 organi o dispositivi autonomi, ciascuno a sua volta provvisto di centinaia o almeno dozzine (in quelli meno complessi ) di microelementi funzionali, componenti il cui volume in certi casi non supera i 0,0006 millimetri cubici, compresi alcuni elementi che possono ridursi a una qualche molecola, per non parlare di quelli nei quali un solo atomo o corpuscolo atomico isolato svolge un ruolo essenziale.


9) Qualche curiosità

Infine per terminare vediamo qualche curiosità a proposito delle astronavi ummite.

Voglio cominciare con quello che per me è rimasto un mistero per tanti anni:

- Come può l’equipaggio delle astronavi vedere fuori stando dentro a una nave priva di finestrini?

Questo, almeno in via di principio, è relativamente semplice da capire oggi, abituati come siamo alle macchine fotografiche o cineprese digitali.
L’equipaggio della UEWA riesce a osservare l’ambiente circostante grazie al fatto che gli elementi fotosensibili dei sensori ottici sono distribuiti su tutta la superficie esterna della nave; è un po’ come se si prendesse un sensore di una moderna macchina fotografica digitale e invece di mantenere i singoli elementi sensibili alla luce raggruppati tutti insieme, come facciamo noi oggi, li disponessimo un po’ dappertutto sulla superficie della nave.
Il fatto che gli elementi sensibili alla luce siano talmente piccoli li rende di fatto impossibili da notare a occhio nudo.

- La (apparente) capacità di compiere manovre “impossibili”.

Certi testimoni raccontano di aver osservato quelle che descrivono come astronavi aliene, fra cui anche alcune del tipo qui descritto, effettuare manovre impossibili mentre procedono a velocità elevatissime, quali arrestarsi istantaneamente, oppure invertire la rotta oppure ancora effettuare brusche variazioni di rotta.
Gli autori della lettera D69 spiegano alle pagine 39 e 40 che queste, solo apparentemente impossibili, manovre vengono effettuate percorrendo una porzione di traiettoria nell’altro ambiente dimensionale che di norma serve per i viaggi interstellari, come viene descritto.
Non essendo l’astronave visibile quando si trova in quell’altro ambiente dimensionale, un osservatore sito nella nostra dimensione non può che percepire, meravigliato, solamente le porzioni di traiettoria che si svolgono nel nostro ordinario ambiente dimensionale, che danno origine a questo apparentemente impossibile comportamento della nave.
Il fatto di percorrere una porzione di traiettoria in un altro ambiente dimensionale consente così l’effettuazione di manovre che, se venissero effettuate interamente nel nostro ambiente ordinario, provocherebbero il pressoché istantaneo annientamento della nave e del suo equipaggio.

Verosimilmente (e questa è una mia supposizione) il sistema di cambio dimensionale deve avere dei tempi di risposta ridottissimi, tali da non essere apprezzabili da un osservatore umano.

- Gli elementi grafici sulla superficie delle navi ummite

Nella lettera D69 viene spiegato che un effetto secondario prodotto dal funzionamento di uno dei sistemi di bordo, per la precisione quello che serve a evitare i danni prodotti dall’abrasione della polvere cosmica, produce una luminosità di tonalità arancione che avvolge la nave.
Oltre che essere “accesa” o “spenta”, tale luminosità può essere alterata dall’equipaggio in punti specifici della superficie esterna, cosa che consente di far comparire a piacere sulla superficie della nave dei caratteri grafici che possono servire ai più svariati usi, come ad esempio fungere da sistema d’identificazione.
Quello che sembra essere il caso più tipico è la visualizzazione sul fondo della nave dell’ideogramma del Consiglio Supremo di Ummo, che è l’organo esecutivo più elevato del pianeta dal quale tutti gli Ummiti dipendono: )+( .

- La forma delle navi spaziali ummite

Secondo gli autori della lettera D69, il caratteristico profilo delle astronavi ummite a doppia scodella non è stato scelto a caso o per ragioni estetiche o aerodinamiche (in effetti non si può dire che un tale profilo sia ne’ l’uno ne’ l’altro...) ma per un motivo ben preciso.
Gli autori della lettera D69 spiegano infatti che per poter conseguire il “passaggio dimensionale”, la forma della nave gioca un ruolo determinante; a parità di massa infatti, l’ammontare di energia che occorre mettere in gioco varia notevolmente in base al profilo della struttura (anche se non vengono fatte cifre, a quanto pare si tratta di ordini di grandezza sempre estremamente elevati, almeno per i nostri standard).
Di tutte le forme possibili, ve n’è una ottimale, ovvero che consente il passaggio dimensionale con il minimo di energia.
La forma scelta per le astronavi ummite in fase di progettazione è di fatto un compromesso che, senza allontanarsi eccessivamente dal profilo ottimale, ha consentito di coniugare le molteplici esigenze di progetto della nave con la possibilità di conseguire il cambio dimensionale impiegando una quantità di energia non esageratamente elevata.

fonti e cortesia il sito di paolo g
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