GLI UMMITI
Le navi spaziali
NOTE PRELIMINARI:
Nelle intenzioni dell’autore questo documento vuole essere una guida
per aiutare a comprendere gli aspetti principali della ipotetica
civiltà ummita, guida che si rende necessaria a causa della intrinseca
difficoltà di lettura delle lettere ummite, che sono le principali
testimonianze della ipotetica presenza di tale altrettanto ipotetica
civilità sul nostro pianeta.
Oltre a quelle da me tradotte e pubblicate nel mio sito paolog.webs.com,
le lettere a cui faccio riferimento si trovano nel sito
www.ummo-sciences.org, in francese, e ne sito www.ummo-ciencias.org, in
spagnolo, che sono i miei siti di riferimento per tutto quanto attiene
alla questione ummita
Il contenuto di questo documento deriva direttamente da quanto citato in
tali lettere; ogni eventuale supposizione, deduzione o simile è
esplicitamente indicata.
Specificamente, il contenuto di questo articolo deriva quasi esclusivamente dalla lettera catalogata nei siti citati come D69.
Nel documento mi esprimo all'indicativo presente come normalmente
si usa per gli argomenti la cui veracità non è in discussione; questo
NON perchè sostengo la reale esistenza di questo ipotetico popolo, ma solo per semplicità espositiva.
1) Caratteristiche generali
Quasi tutte le informazioni di cui si dispone a proposito delle navi
spaziali ummite sono contenute nella lettera D69, la quale ne fornisce
una descrizione piuttosto completa; nelle restanti lettere se ne trova
solo qualche rarissimo e limitato accenno.
Questo modello di astronave è l’unico di cui viene fatta menzione in tutte le lettere ummite.
Occorre menzionare fin da subito il fatto che nella citata lettera
D69 sono stati volutamente omessi tutti i dettagli relativi ai sistemi
di bordo più importanti, cioè il sistema di generazione dell'energia, il
propulsore e l'apparato per il "cambio dimensionale" (si veda oltre).
Questo allo scopo dichiarato di evitare da un lato l'apporto
d'informazioni suscettibili di essere utilizzate per scopi immorali
(cioè militari) e dall'altro d’introdurre elementi che possano
perturbare il normale processo evolutivo della società terrestre.
Le navi spaziali utilizzate dagli Ummiti, a cui danno il nome di
OAWOOLEA UEWA OEMM (di solito abbreviato in UEWA), hanno la forma di
due scodelle di cui una rivoltata sopra all'altra, con una cupoletta
nella parte superiore.
Le dimensioni esterne di queste navi sono:
- diametro 13,2 metri
- altezza 3,25 metri
Le navi sono dotate di tre piedi sostentatori estensibili e
presentano una superficie esterna liscia senza alcun finestrino, oblò,
antenna o appendice di qualsiasi tipo.
Di giorno presentano un colore grigio piuttosto scuro dovuto al
rivestimento esterno di natura ceramica, mentre la notte possono
presentare un colore sul giallo-arancione, o possono anche essere
totalmente invisibili, qualora la "illuminazione" esterna venga spenta
(si veda oltre).
Le navi sono progettate per i viaggi di trasferimento su scala
interstellare come per la navigazione entro atmosfere planetarie; anche
se non esplicitamente menzionato nella lettera D69, alcuni elementi in
essa contenuti rendono lecito affermare che siano in grado di spostarsi
anche sott'acqua.
I sistemi fondamentali delle astronavi ummite sono:
- il generatore di energia, sito nella cupoletta superiore
- l'apparato per il cambio dimensionale (vedi oltre), sito anch’esso nella cupoletta superiore
- il propulsore, sito nell'aletta che circonda il piano equatoriale della struttura.
Come già detto, gli autori della lettera hanno attentamente evitato di
fornire qualsiasi dettaglio tecnico suscettibile di utilizzazione
pratica a proposito di questi sistemi fondamentali; le uniche
informazioni che vengono date sono le seguenti, relative al generatore
d’energia: “Trasforma la massa di Litio e Bismuto in energia, previa
trasformazione in plasma”, e che “il suo elemento più caratteristico è
costituito da una maglia di gas fortemente ionizzato la cui
reticolazione è controllata da un complesso campo magnetico di frequenza
molto elevata. La temperatura del gas ionizzato quando è in risonanza
con la frequenza del campo magnetico raggiunge i 700.000 gradi Kelvin”.
In un’altra lettera (la D1368) viene menzionato il fatto che il
principale sistema di generazione dell’energia a cui gli Ummiti fanno
ricorso funziona facendo reagire materia ed antimateria in un ambiente a
gravità controllata; sembrerebbe pertanto lecito dedurne che questa
possa essere la base tecnologica impiegata anche per il generatore di
bordo.
2) Come avvengono i viaggi su scala interstellare
Per spiegare come avvengono i viaggi interstellari occorre
preventivamente descrivere alcuni specifici elementi base della fisica
ummita.
Prima di tutto occorre menzionare che secondo gli Ummiti il Cosmo nel
suo insieme è costituito da infiniti universi (il c.d. multiuniverso),
creati a coppia; ogni coppia è composta da un universo come il nostro
dove la materia è preponderante e dal relativo “universo gemello” dove è
invece l’antimateria ad essere preponderante. Anche se queste coppie di
universi non hanno alcun modo di entrare in contatto, si influenzano
comunque reciprocamente, non essendo speculari.
Poi occorre menzionare il fatto che, sempre secondo la fisica
ummita, il nostro universo è costituito da (almeno) dieci dimensioni.
Il punto interessante è che una di queste dimensioni presenta delle
particolarità che la rendono molto appetibile per i viaggi
interstellari.
In una di queste dimensioni infatti, secondo gli Ummiti, l’influenza del
nostro universo gemello si fa sentire in modo molto più marcato che non
nella dimensione ordinaria in cui viviamo; il suo effetto è quello di
far variare le distanze fra i corpi celesti.
Tali variazioni
avvengono in modo ricorrente ma non prevedibile, e possono andare nel
senso dell’aumento delle distanze come della loro riduzione; quelle che
interessano ai fini dei viaggi spaziali sono naturalmente le variazioni
che producono la riduzione delle distanze.
Un altro aspetto che torna particolarmente comodo per i viaggi
interstellari è che in questa diversa dimensione la velocità che si
raggiunge a parità di consumo energetico è intrinsecamente maggiore.
Gli Ummiti affermano di essere riusciti a conseguire il passaggio,
rigorosamente controllato, dalla nostra normale dimensione a quell’altra
che dicevamo sopra con idonei sistemi tecnologici (stranamente, almeno a
mio modo di vedere, sembra che a questa diversa dimensione non sia
stato attribuito alcun nome).
La parte maggiore dei viaggi interstellari effettuati dagli Ummiti
avviene quindi in questa diversa dimensione, con qualche ritorno di
tanto in tanto nella dimensione ordinaria per valutare il punto nave man
mano che il viaggio procede.
Questi i vantaggi che, secondo gli Ummiti, il cambio dimensionale offre a
chi è in grado di conseguirlo.
Ma c’è anche un aspetto non sempre positivo con cui bisogna fare i
conti: per poter effettuare viaggi interstellari gli Ummiti devono
rassegnarsi ad attendere che si verifichino le condizioni (che chiamano
"isodinamiche") idonee, ovvero quelle che comportano una riduzione delle
distanze tali da consentire viaggi della durata umanamente
sopportabile, cioè quattro-cinque mesi al massimo, cosa che come abbiamo
visto si verifica in modo ricorrente ma aperiodico, cioè senza una
ciclicità prevedibile.
3) L'interno delle astronavi ummite
L'equipaggio, che di norma è composto da due piloti più un massimo di
quattro passeggeri, non è alloggiato direttamente all'interno della
struttura principale della nave, ma entro una struttura a forma di
ciambella cava che si trova a sua volta inserita all'interno d'una
grande cavità nel corpo principale della nave.
Nelle fasi di volo "tranquille" tale cabina a ciambella è meccanicamente
solidale, cioè "fa corpo unico", con la struttura principale della nave
mentre nelle fasi più turbolente dove la nave deve sopportare forti
accelerazioni o decelerazioni, brusche variazioni di rotta eccetera, la
cabina dell'equipaggio è libera di fluttuare all'interno della grande
cavità centrale entro un forte campo magnetico che funge da
ammortizzatore.
In queste fasi di volo un altro sistema consente, mediante il
riempimento della cabina con una sostanza gelatinosa, di proteggere in
sinergia con il sistema magnetico di cui sopra i corpi dei viaggiatori e
le apparecchiature mobili trasportate contro gli effetti delle
eccessive accelerazioni.
In tutte le fasi di volo comunque l'equipaggio gode di una gravità
artificiale prodotta dalla rotazione controllata della cabina a forma di
ciambella.
4) La navigazione interstellare
Gli Ummiti affermano nella lettera D69 che nel corso della navigazione
interstellare le astronavi stabiliscono il "punto nave" e calcolano la
rotta utilizzando il loro sistema di coordinate galattiche polari,
impiegando come riferimento quattro fonti radianti galattiche, di
posizione ben nota e accuratamente scelte per i loro parametri di
stabilità.
Tali calcoli avvengono facendo uso di formule trigonometriche che
valutano gli angoli sottesi dalla visuale che collega la nave a ciascun
punto di riferimento galattico.
Questo nella "nostra" dimensione, mentre nella "altra" dimensione di cui
si diceva, vengono utilizzati riferimenti provvisori diversi dai
precedenti, i quali naturalmente non hanno più significato fisico in
quel diverso ambiente.
Non è dato sapere quale sia l'ordine di grandezza della velocità che la nave può raggiungere nello spazio aperto.
5) La navigazione entro atmosfere planetarie
Gli Ummiti affermano che una velocità standard per spostamenti entro
atmosfere come quelle del loro pianeta, quindi anche come la nostra, è
di circa Mach 12, ovvero dodici volte la velocità del suono.
Ad una tale velocità l'enorme attrito atmosferico può provocare un
disastroso innalzamento della temperatura superficiale.
Gli Ummiti affermano di avere risolto il problema in due modi
principali: il primo fa ricorso a un sistema di controllo dello strato
gassoso esterno mediante "trasferimento di energia a distanza" che
"scansa", per così dire, le molecole di gas prima che arrivino ad
entrare in contatto con il corpo della nave; il secondo è una rete
vascolare che ricopre la superficie esterna nella quale può essere fatto
circolare litio fuso o altri elementi chimici, facendolo affluire nelle
zone della superficie che ne hanno più bisogno e ottenendo così un
effetto di raffreddamento per evaporazione in grado di dissipare il
calore che nonostante tutto in certi casi può svilupparsi.
6) I principali sistemi di bordo
Oltre ai tre sistemi fondamentali menzionati sopra, le navi ummite sono
dotate di un gran numero di sistemi tecnici, di cui i principali sono:
- sistema di compensazione magnetica
- sistema di travasamento della sostanza gelatinosa
- apparati di ricezione e trasmissione
- estensori dei piedi di supporto
- sistema di controllo dell’ambiente psicobiologico
- sistema di controllo del fluido viscoso esterno
Tutti questi sistemi sono di tipo (che noi chiameremmo) informatico e
operano nell'ambito di quella che noi oggi chiamiamo Rete Locale (o
LAN), con un elaboratore centrale, che gli ummiti chiamano XANMOO, a
coordinare l'intera rete e un gran numero di elaboratori secondari
specializzati per le funzioni più svariate distribuiti un po’
dappertutto nel corpo della nave.
(Nota: Per una descrizione generale del funzionamento degli elaboratori
automatici ummiti si veda l'articolo monotematico sulla tecnologia
ummita).
Le connessioni di questa LAN di bordo funzionano facendo uso di almeno
due, e in certi casi tre differenti canali trasmissivi che trasmettono
contemporaneamente gli stessi dati; in tal modo è ridotta al minimo la
possibilità di ricevere dati errati o che il collegamento possa
interrompersi.
Il primo e più antico sistema fa uso di quelle che noi oggi chiamiamo
fibre ottiche; tale sistema viene usato raramente sulle navi spaziali in
quanto le esigenze di estrema miniaturizzazione dei sistemi di bordo ne
impediscono o rendono molto difficoltoso l’impiego.
Il secondo sistema, di più recente introduzione, fa uso di onde
gravitazionali; presenta il vantaggio principale di non essere
facilmente disturbato da altre emissioni e lo svantaggio di comportare
un dispendio energetico molto elevato.
Il terzo sistema, che è il più moderno, fa uso di un effetto fisico
sconosciuto sulla Terra che gli Ummiti chiamano “risonanza nucleica”;
anche questo sistema presenta il vantaggio di non essere facilmente
disturbato da altre fonti radianti e per di più di consentire la
trasmissione istantanea dei dati, ma può essere usato solo su distanze
molto limitate.
Normalmente i membri dell'equipaggio non possono alterare le decisioni
prese dagli apparati di bordo; solo in casi estremi è concesso loro di
modificare le scelte che sono state prese dai calcolatori, e in certe
occasioni (come nel caso in cui certe scelte forzate dall'equipaggio
comportino pericoli che la mente dell'uomo non arriva a prevedere) i
calcolatori hanno comunque l'ultima parola.
7) La vita di bordo dell’equipaggio
Abbiamo già visto che l’equipaggio è ospitato nelle grande cabina cava
che può fluttuare ruotando entro la cavità della struttura principale
della nave.
In condizioni di volo non perturbato, i membri dell’equipaggio sono
liberi di muoversi entro l’ampio corridoio circolare della cabina
mantenendo una posizione parallela all’asse orizzontale della nave, per
effetto della gravità artificiale prodotta dalla rotazione; gli
spiacevoli effetti dovuti alla rotazione sono risolti grazie
all’inserimento di due piccoli dispositivi a forma di ago nella zona
dell’orecchio interno, cosa che si effettua mediante una semplice
operazione chirurgica.
L’alimentazione avviene mediante introduzione per bocca di alimenti in
forma di pasta alimentare, mentre i liquidi vengono assunti mediante
capsule dalla superficie insapore che si scioglie al contatto con la
saliva.
Gli scarti organici vengono trattati in due modi diversi; da quelli
liquidi viene estratta e purificata l’acqua, che va poi a reintegrare le
scorte di bordo, mentre quelli solidi vengono prima sottoposti ad
analisi quindi disidratati e trasmutati in ossigeno o altro elemento
gassoso da un apposito dispositivo inserito nell’intestino retto
(dispositivo che viene applicato a tutti gli Ummiti a partire dalla più
tenera età, non solo ai viaggiatori).
I membri dell’equipaggio hanno a disposizione diversi tipi di scafandri
da usare nelle varie fasi del volo. Dei vari tipi, uno viene usato per
le fasi di forte accelerazione, quando la cabina viene riempita da un
composto che assume una consistenza gelatinosa e che svolge la funzione
di protezione ammortizzante per i corpi dei viaggiatori mentre un altro,
più leggero, viene usato per le fasi di volo più tranquille.
Questi scafandri, di un’estrema complessità tecnologica, presentano la
particolarità di non entrare mai a contatto con l’epidermide di chi li
indossa.
Gli scafandri sono dotati di dispositivi che mantengono un rigoroso
controllo dei parametri biologici quali temperatura, pressione,
concentrazione dei gas, umidità, sulla base dei dati inviati dalla
moltitudine di sensori in essi incorporata.
Un elemento caratteristico di questi scafandri è il visore in essi
integrato, in grado di visualizzare immagini in 3D, naturalmente a
colori, con circa 1,6 miliardi di pixel.
Un altro elemento per noi singolare, ma che per gli Ummiti è molto
importante per via della loro elevatissima sensibilità olfattiva, è la
possibilità di percepire, grazie ad un sistema del quale gli scafandri
sono dotati, anche odori, che naturalmente sono sincronizzati con le
immagini e i suoni che vengono riprodotti dai sistemi audio-video, anzi
sarebbe meglio chiamarli “audio-video-olfattivi”, dello scafandro.
Gli scafandri sono anche dotati di sistemi di “force feedback”, cioè che
simulano l’azione fisica delle mani su oggetti virtuali e riproducono
le relative sensazioni tattili.
Dei molteplici parametri che vengono monitorati e dei relativi apparati
tecnologici, un aspetto per noi sicuramente singolare è rappresentato
dal cosiddetto “controllo dell’ambiente psichico” che consente di
monitorare lo stato psichico del viaggiatore grazie al rilevamento a
distanza di numerosi parametri attinenti alle funzioni neurocorticali
(cioè dell’attività prodotta dalla corteccia cerebrale, la parte del
cervello che è sede delle funzioni psichiche più elevate).
Sempre nell’ambito del controllo psichico, diversi sono i sistemi che
sono previsti per consentire ai membri dell’equipaggio di impiegare il
tempo libero; i viaggiatori hanno la possibilità di dedicarsi a cose
utili come ad esempio la formazione continua leggendo testi di studio, e
naturalmente anche di dedicarsi ad attività puramente ricreative come
per esempio ammirare paesaggi di Ummo, completi come abbiamo visto
sopra, con le relative sensazioni aromatiche.
8) Il rivestimento esterno
Il rivestimento che ricopre l’esterno delle navi spaziali ummite merita una menzione a parte per via della sua complessità.
Questa copertura strutturale, che gli Ummiti chiamano XOODI NAA, è
composta da diversi strati di un materiale ceramico finissimamente
perforato.
La prima cosa da menzionare è che nello spessore di questo rivestimento
sono integrati un numero incredibilmente elevato di componenti
funzionali; le principali tipologie di questi componenti sono:
- sensori capaci di ricevere, captare e misurare un estesissimo spettro di grandezze fisiche;
- organi trasmittenti in grado di emettere su un vasto spettro di frequenze radioelettriche e gravitazionali;
- reti per la distribuzione di materiale a basso punto di fusione per la
protezione contro il surriscaldamento da attrito atmosferico;
- sistema di protezione contro l’attrito causato dalla polvere cosmica;
- sistema di controllo del contorno fluido esterno (gassoso o liquido che sia);
- sistema dinamico di variazione del coefficiente d’elasticità del rivestimento;
- sistema per la riparazione di fessurazioni della struttura;
- sistema per la riparazione e/o sostituzione automatica dei componenti che costituiscono i molteplici organi di cui sopra;
- canali trasmissivi per l’invio delle informazioni prodotte dai sensori
di cui sopra e per la ricezione di comandi per gli apparati di cui
sopra;
- vari elaboratori locali specializzati (sorta di “controller” per i numerosi sistemi integrati nella copertura strutturale).
Oltre a questi, vi sono anche componenti di vari altri sistemi la cui
descrizione è stata volutamente evitata per i motivi menzionati al punto
1.
Questo elevatissimo numero di organi alloggiati entro un volume limitato
(anche se non viene mai chiaramente specificato, sembrerebbe tuttavia
logico stimare lo spessore di questa copertura in una decina di
centimetri) è reso possibile dalla estrema miniaturizzazione che la
tecnologia ummita è in grado di conseguire.
Nella lettera D69 viene affermato a pagina 28 che: “In un decimetro
cubo possono venire a trovarsi fra i 400 e 23.000 organi o dispositivi
autonomi, ciascuno a sua volta provvisto di centinaia o almeno dozzine
(in quelli meno complessi ) di microelementi funzionali, componenti il
cui volume in certi casi non supera i 0,0006 millimetri cubici, compresi
alcuni elementi che possono ridursi a una qualche molecola, per non
parlare di quelli nei quali un solo atomo o corpuscolo atomico isolato
svolge un ruolo essenziale.”
9) Qualche curiosità
Infine per terminare vediamo qualche curiosità a proposito delle astronavi ummite.
Voglio cominciare con quello che per me è rimasto un mistero per tanti anni:
- Come può l’equipaggio delle astronavi vedere fuori stando dentro a una nave priva di finestrini?
Questo, almeno in via di principio, è relativamente semplice da capire
oggi, abituati come siamo alle macchine fotografiche o cineprese
digitali.
L’equipaggio della UEWA riesce a osservare l’ambiente circostante grazie
al fatto che gli elementi fotosensibili dei sensori ottici sono
distribuiti su tutta la superficie esterna della nave; è un po’ come se
si prendesse un sensore di una moderna macchina fotografica digitale e
invece di mantenere i singoli elementi sensibili alla luce raggruppati
tutti insieme, come facciamo noi oggi, li disponessimo un po’
dappertutto sulla superficie della nave.
Il fatto che gli elementi sensibili alla luce siano talmente piccoli li rende di fatto impossibili da notare a occhio nudo.
- La (apparente) capacità di compiere manovre “impossibili”.
Certi testimoni raccontano di aver osservato quelle che descrivono come
astronavi aliene, fra cui anche alcune del tipo qui descritto,
effettuare manovre impossibili mentre procedono a velocità elevatissime,
quali arrestarsi istantaneamente, oppure invertire la rotta oppure
ancora effettuare brusche variazioni di rotta.
Gli autori della lettera D69 spiegano alle pagine 39 e 40 che queste,
solo apparentemente impossibili, manovre vengono effettuate percorrendo
una porzione di traiettoria nell’altro ambiente dimensionale che di
norma serve per i viaggi interstellari, come viene descritto.
Non
essendo l’astronave visibile quando si trova in quell’altro ambiente
dimensionale, un osservatore sito nella nostra dimensione non può che
percepire, meravigliato, solamente le porzioni di traiettoria che si
svolgono nel nostro ordinario ambiente dimensionale, che danno origine a
questo apparentemente impossibile comportamento della nave.
Il fatto di percorrere una porzione di traiettoria in un altro ambiente
dimensionale consente così l’effettuazione di manovre che, se venissero
effettuate interamente nel nostro ambiente ordinario, provocherebbero il
pressoché istantaneo annientamento della nave e del suo equipaggio.
Verosimilmente (e questa è una mia supposizione) il sistema di cambio
dimensionale deve avere dei tempi di risposta ridottissimi, tali da non
essere apprezzabili da un osservatore umano.
- Gli elementi grafici sulla superficie delle navi ummite
Nella lettera D69 viene spiegato che un effetto secondario prodotto dal
funzionamento di uno dei sistemi di bordo, per la precisione quello che
serve a evitare i danni prodotti dall’abrasione della polvere cosmica,
produce una luminosità di tonalità arancione che avvolge la nave.
Oltre che essere “accesa” o “spenta”, tale luminosità può essere
alterata dall’equipaggio in punti specifici della superficie esterna,
cosa che consente di far comparire a piacere sulla superficie della nave
dei caratteri grafici che possono servire ai più svariati usi, come ad
esempio fungere da sistema d’identificazione.
Quello che sembra essere il caso più tipico è la visualizzazione sul
fondo della nave dell’ideogramma del Consiglio Supremo di Ummo, che è
l’organo esecutivo più elevato del pianeta dal quale tutti gli Ummiti
dipendono: )+( .
- La forma delle navi spaziali ummite
Secondo gli autori della lettera D69, il caratteristico profilo delle
astronavi ummite a doppia scodella non è stato scelto a caso o per
ragioni estetiche o aerodinamiche (in effetti non si può dire che un
tale profilo sia ne’ l’uno ne’ l’altro...) ma per un motivo ben preciso.
Gli autori della lettera D69 spiegano infatti che per poter conseguire
il “passaggio dimensionale”, la forma della nave gioca un ruolo
determinante; a parità di massa infatti, l’ammontare di energia che
occorre mettere in gioco varia notevolmente in base al profilo della
struttura (anche se non vengono fatte cifre, a quanto pare si tratta di
ordini di grandezza sempre estremamente elevati, almeno per i nostri
standard).
Di tutte le forme possibili, ve n’è una ottimale, ovvero che consente il passaggio dimensionale con il minimo di energia.
La forma scelta per le astronavi ummite in fase di progettazione è di
fatto un compromesso che, senza allontanarsi eccessivamente dal profilo
ottimale, ha consentito di coniugare le molteplici esigenze di progetto
della nave con la possibilità di conseguire il cambio dimensionale
impiegando una quantità di energia non esageratamente elevata.
fonti e cortesia il sito di paolo g
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